Accompagnare è un atto di famiglia: sintesi del seminario per la formazione dei docenti

Dal 21 al 23 marzo 2019, presso la Casa Generalizia dei Fratelli delle Scuole Cristiane, si è svolta la seconda parte del seminario sull’accompagnamento personale, dedicato alla formazione dei docenti e all’assunzione di uno stile condiviso, ispirato al carisma lasalliano, nell’opera educativa portata avanti nelle scuole. Mentre nella sessione di settembre, si era cercato di offrire gli strumenti teorici e concettuali per la comprensione del significato dell’accompagnamento personale, tanto in chiave antropologica quanto in quella pedagogica, in questa sessione di marzo il seminario ha avuto un taglio maggiormente esperienziale, offrendo ai partecipanti la possibilità di riflettere sulle strategie concrete da attuare quotidianamente nella prassi educativa. All’interno delle nostre scuole, infatti, l’accompagnamento può essere declinato a più livelli e con un diverso fine pedagogico: oltre l’accompagnamento degli studenti da parte dei docenti, bisogna tener presente il reciproco accompagnamento dei colleghi nel portare avanti la missione educativa, ma anche l’accompagnamento delle famiglie, che rivelano sempre più enormi varchi di fragilità e sofferenza. Una cultura dell’accompagnamento può, allora, essere sviluppata solo in una prospettiva comunitaria e in una piena sinergia tra docenti, responsabili e famiglie. Tutti chiamati ad accompagnare ma, allo stesso tempo, bisognosi di essere accompagnati nel loro compito.

 

L’accompagnamento personale

In continuità con la prima sessione del seminario, il tema affrontato è stato quello dell’accompagnamento personale come compito eminente di un insegnante capace di guidare distintamente i propri alunni, tenendo contro delle loro proprie situazioni di vita. In particolare, grazie alle riflessioni dei Fratelli, la missione dell’accompagnamento è stata considerata sia da un punto di vista storico che da una prospettiva strettamente antropologica capace di legare lo sviluppo della persona alla sua capacità di amare e di ricevere amore. Inoltre, il tema è stato declinato in modo concreto con l’analisi di alcuni casi di studio sui quali ci siamo interrogati insieme agli altri colleghi presenti.

 

La corresponsabilità della missione educativa

Se si tiene presente che la struttura antropologica è intimamente relazionale, si deve necessariamente concludere che l’opera educativa, intesa come orientamento al discernimento vocazionale e alla piena realizzazione della persona umana, si gioca all’interno di molteplici relazioni tra loro reciprocamente interconnesse. La scuola, di fronte allo smarrimento e alla solitudine imperante nella società digitale, deve allora essere chiamata a costruire e consolidare le relazioni autentiche, quelle attraverso le quali la persona si realizza nella pienezza della sua umanità. Dunque, accompagnare è sempre un atto di famiglia, una missione che implica la corresponsabilità di tutti verso l’unico fine della valorizzazione della persona umana. Accompagnare significa, infatti, mettere gli studenti nelle condizioni di saper vivere relazioni autentiche, di saper accogliere e attraversare il fallimento come esperienza inaggirabile della condizione umana. Lungi da essere un paternalismo culturale, la missione educativa deve sempre promuovere la persona nella sua autonomia, sviluppando così un discernimento critico degli allievi di fronte ad una realtà sempre più complessa e frammentaria.

 

L’identità narrativa

Di fronte alla chiusura e al rischio di uno smarrimento identitario, la scuola deve promuovere l’identità narrativa degli studenti, ovvero deve metterli in quella condizione di libertà che li spinge a raccontare sé stessi e a scoprire autonomamente la propria identità, alla luce dei valori umani fondamentali. L’identità è tale solo quando sa esprimersi e raccontarsi in modo franco, e questo accade solo in relazioni di fiducia e di trasparenza. Attraverso la narrazione, infatti, la persona ripercorre la propria storia, integrandola così nella sua consapevolezza e giungendo, infine, alla piena pacificazione identitaria.

 

Gli ostacoli per l’accompagnamento

Una sessione del seminario è stata dedicata alla condivisione, tra i presenti, delle difficoltà che non consentono un sereno accompagnamento degli allievi. Spesso i docenti si scontrano con l’indocilità degli studenti che richiede anche strategie severe e di rigore; a volte sono le fragilità personali degli stessi docenti che costituiscono un ostacolo nel cammino dell’accompagnamento; e, in altri casi, l’assenza di una visione educativa comune e condivisa, insieme alla mancanza di confronto tra colleghi, può implicare un insuccesso educativo. Di fronte a queste difficoltà, occorre allora individuare delle strategie comuni capaci di superare le divergenze di vedute per orientare la propria missione alla promozione dell’umanità dei nostri studenti.

 

Per una cultura della scuola

Sono tantissimi gli elementi della scuola che possono avere un impatto (positivo o negativo) sulla vita degli studenti. Occorre tener sempre presente che la scuola non è un’istituzione astratta e lontana dalla vita concreta ma un modo di essere, uno stile di vita che include delle precise modalità esistenziali. Chi fa scuola deve, quindi, scoprirsi anzitutto chiamato alla missione educativa come propria priorità vocazionale. La scuola è una missione che non va scissa dalla professione. In questo senso, la scuola, ancor più se ispirata ai valori del cristianesimo, deve offrirsi come il luogo significativo in cui ciascuno è orientato verso un viaggio, ovvero verso la meta della sua propria destinazione personale. In un contesto sociale smarrito in cui prevale il vagabondaggio e l’erranza senza meta, la scuola deve offrire tutti gli strumenti di orientamento perché la persona raggiunga la propria pienezza. In una prospettiva cristiana, questa è l’esperienza del discernimento vocazionale che porta una vita a sentirsi guardata da Dio e amata nel suo sguardo.

 

Una proposta per il nostro liceo

A conclusione del seminario, vissuto in un clima di familiarità e condivisione, è emersa la proposta di effettuare, al termine dell’anno scolastico, un breve laboratorio fra i nostri docenti del “Villa Flaminia”: un laboratorio sull’accompagnamento con cui condividere gli spunti principali che abbiamo ricevuto durante le due sessioni del seminario, ma soprattutto, un’occasione di condivisione tra colleghi su come abbiamo operato nella nostra missione educativa e su come possiamo migliorare, all’insegna del carisma lasalliano, il compito di accompagnare i nostri studenti verso la loro destinazione personale.

 

Una rinnovata consapevolezza per un lavoro di rete

Una importante occasione di confronto reciproco tra le diverse realtà lasalliane d’Italia. Creare rete è, infatti, fondamentale per operare in una sinergia di intenti e obiettivi capaci di continuare ad inverare, tra le trame della storia contemporanea, il carisma del Fondatore declinandolo nel modo che più si addice alla cultura e alla società odierna. Allora, dopo aver preso parte alle due sessioni del seminario, ciascun educatore, di rientro nelle proprie realtà locali, potrà operare con maggiore consapevolezza umana e spirituale nel suo ruolo di accompagnatore delle nuove generazioni verso la loro piena e integrale maturazione.

 

Enza Montanti e Angelo Tumminelli

 

Foto Lasalle.org

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