Vincenzo, 24 anni: da Oxford, in missione a Scampia

Romano, studi al De Merode, l’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, Vincenzo, 24 anni, da novembre è a Scampia. “L’amore per il greco ed il latino mi hanno condotto, dopo il liceo, prima all’Accademia  “Vivarium Novum”, un collegio internazionale di studi greci e latini a Frascati, dove ho vissuto per 2 anni, poi a Bologna per il corso di laurea in Filologia, Tradizioni e Cultura classica, infine a Londra per il secondo anno di un master e una tesi sugli umanisti”,

É docente di latino e metrica a Londra ed Oxford. Poi durante il lockdown la riflessione su come proseguire il percorso: “Il dottorato era la via più plausibile per i miei studi, ma la percezione dell’emergenza che stavamo vivendo mi ha portato a pensare ad un ruolo più attivo e utile alla collettività, come quello dell’insegnante.

Avevo conosciuto Scampia durante gli anni del liceo. Quello sporcarsi le mani con chi aveva più bisogno era un ricordo vivo in me. Riflettendo su dove completare il mio percorso di docente ho sentito questa chiamata forte a tornare qui, prima ancora che come insegnante, come educatore”. Una sfida concreta. “Qui i ragazzi hanno davvero difficoltà e senza il progetto “Io valgo”, la scuola di seconda opportunità promossa dai Fratelli, non avrebbero la possibilità di completare la scuola media né tantomeno di proseguire gli studi.

Ho sentito il desiderio di aiutarli a risvegliare la loro coscienza: molti ragazzi sono spaesati, fuori dai binari – come dicono loro stessi – un po’ depressi”. Non quindi insegnare greco e latino a Roma, ma stimolare a Scampia questa rinascita, in particolare attraverso la musica e la storia. “Nel pomeriggio resto a disposizione degli educatori nel progetto “Io, noi” e in tarda serata vado al giardino dai mille colori delle Suore della Provvidenza, un centro dedicato all’inclusione socio-culturale dei Rom del campo di Scampia. Là seguo alcuni ragazzi e ragazze del liceo, che vedono ancora nella scuola un ascensore sociale per affrancarsi dalla loro condizione di miseria”.

L’esperienza a Scampia si concluderà a giugno. In futuro un ardente desiderio di continuare su questa scia: “non solo insegnante ed educatore ma anche promotore, divulgatore per valorizzare questi progetti per contrastare la dispersione scolastica, il recupero delle periferie multiculturali, oggi considerate vere discariche esistenziali in cui si accumula quel che non va. Una cinta muraria che o sovrasterà la città o diverrà invalicabile e intrattabile. Una ferita che esiste e che una risposta educativa può iniziare a sanare e riconciliare”.

 

 

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