Fratel Luistro: “gratitudine ai lasalliani in Italia”

“Un breve ma sincero messaggio di gratitudine al Distretto d’Italia che ha gioiosamente servito come gentile ospite del governo centrale del nostro Istituto per così tanti decenni”. A rivolgerlo è stato questa sera Fratel A. Luistro FSC, Visitatore Generale ai lasalliani in Italia, a margine dell’incontro congiunto del Consiglio della MEL con il Consiglio dei Fratelli Visitatori della RELEM.

Nel suo intervento il ricordo del sacrificio degli inizi e l’esempio missionario dei tanti lasalliani che hanno portato la missione educativa negli altri continenti. Su questo punto Fratel Carlos, Vicario generale, ha evidenziato l’enorme segno lasciato dai lasalliani italiani in Eritrea, la preziosa presenza a Roma, tra la sfida della sinodalità e il rischio del clericalismo, l’audacia del progetto Scampia a Napoli.

“C’è una sete di spiritualità che non possiamo lasciar passare senza cercare di contribuire a placarla” ha poi concluso. “I giovani vogliono Fratelli, che siano vicini a loro”.

 

I testi completi degli interventi

Fr ARMIN , superiore Generale
Messaggio ai Fratelli e ai Collaboratori lasalliani della Provincia d’Italia
Casa Generalizia, Roma – 10 marzo

Buonasera, cari Lasalliani. Grazie per la vostra presenza questa sera. Con la Squadra CG, sono davvero grato di condividere questa sera un breve ma sincero messaggio di gratitudine al Distretto d’Italia che ha gioiosamente servito come gentile ospite del governo centrale del nostro Istituto per così tanti decenni. Quante iniziative e decisioni innovative sono state prese in queste sacre sale negli ultimi decenni? Se solo queste mura potessero parlare, avremmo abbastanza lezioni sulla leadership trasformativa da poter competere con le lezioni che si possono ascoltare dai più influenti professori della Ivy League del mondo.

“Quante iniziative e decisioni innovative sono state prese in queste sacre sale negli ultimi decenni? Se solo queste mura potessero parlare, avremmo abbastanza lezioni sulla leadership trasformativa da poter competere con le lezioni che si possono ascoltare dai più influenti professori della Ivy League del mondo.

Il sacrificio degli inizi

Ma stasera desidero ricordare soprattutto gli anni difficili in cui la sostenibilità stessa del nostro Istituto e della sua governance è stata messa a rischio a causa della situazione politica della nostra Casa Madre in Francia. Come dimenticare il sacrificio dei Fratelli che hanno pensato di mettere al sicuro le sacre reliquie del nostro Fondatore, trasportandole in Belgio e poi alla fine nel suo santuario permanente qui al Santuario de La Salle? Come si può scrivere la storia del nostro Istituto senza fare riferimento al sacrificio solitario di Fratel Gabriel Drolin in questa città, mentre cercava di rimanere fedele ai voti fatti con il Fondatore durante gli anni della nostra nascita. È doveroso ringraziare questa sera il Distretto d’Italia, Fratelli e Collaboratori lasalliani, che hanno ospitato, salvaguardato e sostenuto l’Istituto e il suo governo centrale da quei primi anni fino ad oggi. Sono sicuro che la tua ricompensa sarà grande in cielo.

L’esempio missionario
Nel mio messaggio di ieri ai Fratelli Visitatori della RELEM, ho fatto riferimento all’esempio ispiratore dei missionari lasalliani di questa regione che hanno lasciato le loro zone di comfort per stabilire la missione educativa negli altri continenti del mondo. Lo hanno fatto con fedeltà creativa, innovando in ogni occasione, inculturando e adattando lo spirito lasalliano alla lingua, alla cultura e alle circostanze del luogo in cui sono stati assegnati. Ho avuto l’opportunità di vedere di persona alcune delle innovazioni durature e dei contributi pionieristici di molti Fratelli italiani che hanno dedicato la loro vita adulta a fondare scuole e comunità in Africa e in altre aree al di fuori della loro zona di residenza. Essi sono ricordati con affetto da generazioni di lasalliani in quei Paesi non solo per la loro dedizione alla nostra missione educativa, ma anche per la loro santità, professionalità, acume negli affari, mente scientifica, frugalità, disciplina, leadership e amicizia, tra le altre cose.

L’Istituto è sempre grato per la vostra generosità e gentilezza. Ci auguriamo che la Squadra CG possa lavorare con tutti voi ancora più ardentemente per mantenere fiorente questa eredità lasalliana. Ancora, molte grazie per il tuo sostegno e la tua presenza.

 

 

Fr Carlos, Vicario generale
Ai Fratelli italiani
Cari Fratelli e Collaboratori lasalliani.

Sono molto entusiasta di questo incontro per la presenza di tanti Fratelli del Distretto, così come di Lasalliani impegnati nella missione, per vivere con voi un momento di preghiera, di comunità e di condivisione fraterna. Sono anche molto contento che possa essere il preludio di altri incontri con il Distretto Italia, qui a Roma o in altri luoghi dell’amata Repubblica Italiana. È molto importante sentirsi vicini a voi e che noi siamo vicini a voi. La Casa Generalizia si trova in questa bella e storica città e non possiamo ignorare la vita del Paese ma, soprattutto, la vita dei Fratelli e dei Lasalliani che ci sono più vicini.

 

In Eritrea
“Per molti anni avete sostenuto numerose missioni dell’Istituto e avete dato contributi molto significativi” ha poi sottolineato nel suo intervento il Vicario generale Fratel Carlos. “Riconosco l’enorme segno che avete lasciato in Eritrea, un popolo che soffre come pochi altri per le difficili situazioni politiche derivanti da una dittatura che sembra non avere fine. Avete anche aperto le porte delle vostre comunità alla formazione di alcuni Fratelli eritrei; oggi è molto difficile per loro venire a causa della chiusura del Paese, dell’impossibilità per i giovani di lasciare l’Eritrea e della confisca delle nostre opere, molte delle quali avete contribuito a fondare. Allo stesso modo, accogliamo sempre con molto amore e generosità i Fratelli provenienti da altri luoghi, soprattutto dall’America Latina, che vengono per i loro studi post-laurea.

A Roma
Penso che sia una benedizione speciale essere a Roma, in Italia, proprio nel cuore della cristianità, e dove sono state scritte tante pagine eroiche e ispirate della storia due volte millenaria della Chiesa. È un’immensa opportunità vivere da vicino e partecipare attivamente ai movimenti ecclesiali che partono dalla Santa Sede e agli inviti quotidiani di Papa Francesco. Ad esempio, il Sinodo sulla sinodalità è alle porte. In molti Paesi del mondo cattolico abbiamo vissuto con intensità le sessioni, gli incontri, i forum, le attività e le discussioni che sono state organizzate dalla vita consacrata, dalle parrocchie e dalle diocesi per esprimere le nostre speranze, le nostre preoccupazioni, i nostri sogni per il rinnovamento della Chiesa. Allo stesso modo, qui si svolgono continuamente seminari e congressi sul Patto Educativo Globale, che ci permettono di partecipare attivamente a questa iniziativa che va oltre i confini della Chiesa stessa.

Il rischio del clericalismo
Sono consapevole che a Roma c’è il pericolo, spesso riconosciuto dallo stesso Papa Francesco, di un clericalismo molto forte, a volte surrettizio, a volte palese. E noi Fratelli e Laici lasalliani non siamo esenti da questo atteggiamento. A questo proposito, il Papa ci ha insegnato che “quando manca la profezia, subentra il clericalismo, il rigido schema della legalità che sbatte la porta in faccia all’uomo”. Da qui la preghiera affinché lo spirito di profezia si faccia sentire tra la gente”. E questo è un campanello d’allarme anche per noi Confratelli che, sebbene la nostra essenza sia quella di essere religiosi laici, possiamo facilmente assumere posizioni di quel clericalismo che Francesco denuncia. Ma anche i laici possono facilmente cadere nel clericalismo.

Il Papa ha anche detto che “così, al tempo di Samuele, quando la Parola del Signore era rara e le visioni non erano frequenti, era la stessa cosa. Legalità e autorità”. E questo accadeva perché “quando non c’è profezia tra il popolo di Dio, il vuoto lasciato è riempito dal clericalismo. È proprio questo clericalismo che chiede a Gesù: con quale autorità fai queste cose, con quale legalità? Così, “la memoria della promessa e la speranza di andare avanti si riducono solo al presente: né passato né futuro né speranza”. È come se solo ciò che è “presente”, ciò che è “legale” fosse valido per andare avanti.

Il rinnovamento del catechismo, la partecipazione dei laici
D’altra parte, lei è stato coinvolto in modo molto creativo nei movimenti catechistici. Fabio Pájer, che è stato fondamentale nel rinnovamento catechistico dell’Istituto e della Chiesa. Tutti abbiamo imparato dalle sue opere e dalle sue conferenze nel mondo lasalliano, perché la sua impronta ha raggiunto molti luoghi. Anche lei ha scritto pagine di santità; con Fratel Teodoreto si è aperta una strada molto importante per la partecipazione delle comunità laiche al mondo catechistico e per l’arricchimento del ruolo dei laici nella vita della Chiesa.

Il rischio educativo: il progetto Scampia a Napoli
Qualche anno fa vi siete anche assunti il rischio di creare il Progetto Scampia a Napoli, che è una fonte di speranza, non solo qui in Italia, ma che è stato destinatario di Missionari e Volontari da altre parti dell’Istituto; una dimostrazione inconfutabile della vostra creatività e del vostro desiderio di servire i poveri in nuovi contesti e in nuove forme di povertà. E, sì, non sono stati estranei al sostegno degli ucraini in fuga dalla guerra e dei migranti che arrivano in massa. Senza dubbio, questi gesti così importanti sanno di profezia.

La sete di spiritualità
Tuttavia, la storia ci insegna lezioni molto valide, ma la vita si costruisce nel presente, nel giorno per giorno, e si proietta verso nuovi orizzonti. C’è una sete di spiritualità che non possiamo lasciar passare senza cercare di contribuire a placarla. Forse c’è meno ricerca dello specifico religioso, come lo conoscevamo fino a pochi anni fa, più concentrato sul culto, sulle forme, sulle rubriche e su altre pratiche del genere. Così, la liturgia che non è vissuta con intensità e con un accento giovanile, e con messaggi che affrontano, corre il rischio di alienare piuttosto che convincere. I giovani cercano qualcuno che li ascolti e li guidi, qualcuno che condivida il cammino con loro; si aspettano un Vangelo che li confronti, ma con testimoni che lo mostrino e lo dimostrino.

I giovani vogliono Fratelli
I giovani vogliono Fratelli che siano vicini a loro, vogliono Fratelli e maestri che ascoltino, che siano vicini alle loro realtà, che parlino, anche nel silenzio. Vibrano con Gesù e con il Vangelo, ma molto meno con una Chiesa tradizionale che, sebbene possa commuovere i loro nonni, dice poco alle culture giovanili. È responsabilità di tutti noi, in questo e in altri continenti, cercare e trovare vie di comunione, di spiritualità, di impegno verso chi soffre di più, di vicinanza ai più poveri, di essere generatori di senso e di comunione.

In Italia ci sono movimenti laicali molto stimolanti che vale la pena conoscere e imparare per arricchire la nostra catechesi e la nostra pastorale giovanile, oltre ad essere ispiratori di comunità lasalliane tra insegnanti e famiglie. Per citarne solo alcuni: Sant’Egidio è sempre un punto di riferimento, così come il movimento dei Focolari; entrambi hanno superato i confini italiani e sono fonte di ispirazione. In Italia, sono sicuro, gli insegnanti e molte famiglie sarebbero molto contenti degli spazi lasalliani di impegno e partecipazione. Continuiamo su questa strada di apertura di leadership e di spazi per i laici lasalliani che arricchiscono la vita del Distretto.

Infine, Fratelli e Lasalliani, queste riflessioni sono solo spunti per arricchire le nostre discussioni, i nostri dialoghi, le nostre proiezioni e, naturalmente, non sono esclusivamente per l’Italia. Tutti noi dell’Istituto dobbiamo sempre cercare e avere la certezza che il buon Dio ci indicherà le vie della sua sequela e di un impegno che ci avvicinerà alle culture attuali e alle realtà dei tempi affascinanti che il buon Dio ci ha permesso di vivere.

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