Beato Fratel Scubilion, “il catechista degli schiavi”

Jean-Bernard Rousseau Scubilion nacque il 22 marzo 1797 a Tharoiseau (Francia).

Il padre era scalpellino e la mamma si occupava dell’educazione dei suoi 4 figli. Poco si sa dell’infanzia e dell’adolescenza in piena rivoluzione francese. Una famiglia cristiana praticante. un giovane molto sensibile alla dimensione spirituale e certamente impegnato nella sua parrocchia. Ricordava con orgoglio la missione popolare avvenuta nel suo villaggio nel 1816, al termine della quale portò per un tratto la croce che fu collocata all’ingresso del paesino.

Ebbe i primi contatti con i Fratelli quando inaugurarono una scuola nella città vicina. Si interessò molto alla loro missione. Nel 1822, chiese di entrare nel noviziato di Parigi. Un anno intenso che lo condusse al cambio di mentalità nell’affrontare la vita apostolica. Iniziò la missione insegnando in diverse scuole elementari in Francia.

img-20220927-wa0005Nel 1833 Fr. Scubilion lasciò la patria per dedicare i 34 anni che gli restarono agli schiavi dell’Isola della Réunion nell’Oceano Indiano. Lo chiamano ancora il “catechista degli schiavi”. Iniziò lezioni serali per loro, che frequentavano in gran numero, anche dopo una sfibrante giornata di lavoro. Inventò programmi e tecniche particolarmente adatte ai loro bisogni e alle loro capacità, in modo da poter insegnar loro l’essenza della dottrina e della morale cristiane e prepararli a ricevere i sacramenti. Se li fece amici con i suoi modi amabili e pieni di rispetto.

Dopo l’emancipazione degli schiavi nel 1848, continuò ad occuparsi di loro e ad aiutarli nell’adattamento alla nuova vita di libertà e di responsabilità. Negli ultimi anni di vita, nonostante la salute malferma, aiutava il clero del luogo nelle visite ai malati, incoraggiando le vocazioni ed ottenendo anche delle guarigioni che avevano già il segno di essere miracolose. Alla sua morte, a Sainte Marie il 13 aprile 1867 fu subito venerato in tutta l’isola come un santo.

É stato beatificato da Giovanni Paolo II il 2 maggio del 1989 all’Isola La Rèunion

Una testimonianza che interpella….

Le schiavitù sono molteplici anche oggi. Per ciascuno c’è bisogno di persone che vogliano stare loro accanto per annunciare la bellezza della comune umanità e testimoniare l’amore che Dio ha per ogni persona.

La missione del catechista? Con Papa Francesco, un ministero: “… è necessario riconoscere la presenza di laici e laiche che in forza del proprio battesimo si sentono chiamati a collaborare nel servizio della catechesi …Risvegliare l’entusiasmo personale di ogni battezzato e ravvivare la consapevolezza di essere chiamato a svolgere la propria missione nella comunità, richiede l’ascolto alla voce dello Spirito che non fa mai mancare la sua presenza feconda. Lo Spirito chiama anche oggi uomini e donne perché si mettano in cammino per andare incontro ai tanti che attendono di conoscere la bellezza, la bontà e la verità della fede cristiana…. Il Catechista è nello stesso tempo testimone della fede, maestro e mistagogo, accompagnatore e pedagogo che istruisce a nome della Chiesa” (Papa Francesco Antinquum Ministerium, 10 maggio 2021)

 

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