14 febbraio 201716 febbraio 2017

De Merode “House of life”: testimonianze e gratitudine, tra memoria e monito

“Riparo per gli innocenti perseguitati dai nazisti” il De Merode è “casa di vita, in omaggio a quanti lì sostennero i valori della solidarietà e del coraggio civico”. Lo attesta da ieri la targa ricevuta dalla Fondazione Wallenberg, che in due anni ne ha individuate 300 in Europa. Una memoria preziosa, monito forte per i ragazzi che in tanti hanno presenziato alla cerimonia. Una quarantina le persone salvate nel collegio: ragazzi nascosti tra gli studenti ma anche adulti, celati con l‘abito religioso. Lo ricordano i testimoni: Gianni Polgar, all’epoca 7 anni. “Sono arrivato con mio fratello a fine ottobre del 1943. Mi hanno cambiato nome. Una volta a settimana nel parlatoio incontravo Zia Annetta, così dovevo chiamare mia madre. Per mimetizzarci meglio i freres organizzarono prima comunione e cresima”. La gratitudine tutt’uno con l’impegno profuso per ottenere il riconoscimento all’Istituto “per avere permesso ad un bambino di vivere nella normalità un periodo tragico“. “Mio fratello non ricordava il suo nome finto” ricorda Fausto Zabban, altro rifugiato, compagno di classe “e quello vero non poteva dirlo”. Un eroismo quotidiano emerso dalla lettura dei testi di Dennis Walters, nascosto nel collegio con il padre sotto falso nome: il timore delle perquisizioni, la prudenza e grandezza d’animo della comunità e dell’ allora direttore Fratel Sigismondo Barbano, ricordato dai due figli avuti dopo aver lasciato la Congregazione. “L’importanza del fare memoria” ha ricordato Ruth Dureghello Presidente della Comunità Ebraica di Roma “perché siamo consapevoli che il pericolo dell’indifferenza, della ricerca del capro espiatorio può tornare”. “Schierarci con coraggio con i più deboli ed indifesi” ha esortato il direttore Fratel Alessandro Cacciotti. “Possa la loro testimonianza” ha concluso Fratel Robert Schieler, Superiore Generale dei Fratelli delle Scuole Cristiane ” ispirare tutti noi ad essere strumenti di pace”.