Lasalliani, 200 docenti a convegno per riflettere su un modello scolastico “che torni ad educare i cuori”

“Una scuola che torni ad educare i cuori”. Questo l’obiettivo attorno al quale hanno riflettuto nei giorni scorsi i circa 200 docenti che hanno partecipato al convegno organizzato a Roma dai Lasalliani. “Ancora oggi tocca a ciascuno di noi e come comunità, un significativo sì, sulla scia dei tanti sì che hanno fatto la differenza nella storia, in questa epoca particolare piena di ambiguità e possibilità – ha sottolineato nel suo intervento fratel Paulo Duilius –. È necessaria una maggior capacità di ascolto, comprensione, gratuità, dialogo e saper ospitare ciò che è diverso, abbandonando egoismo e individualismo”. Tra le coordinate indicate, l’urgenza di sviluppare un ambiente affettivo sano, una conoscenza intellettuale favorevole al progetto centrale della vita, una speranza “per riconoscere e incoraggiare ciascuno”. Una scuola, una comunità educativa simile al buon samaritano che sviluppa sensibilità verso i deboli, indica il cammino. Così “grandi cose sono possibili”, i progetti diventano “stimolanti, partecipati e di grande significato sociale, le comunità laboratori di umanizzazione”, ha aggiunto. Rilette e condivise in gruppi di lavoro – durante l’incontro svoltosi presso l’Istituto De Merode – sono state le intuizioni fondamentali del De La Salle nel suo progetto educativo: rispondere ai bisogni reali rispondendo con creatività alla sete di felicità, operare attraverso le comunità educative creando relazioni. accompagnare gli studenti nel loro sviluppo facendo di ciascuno un protagonista del proprio processo di formazione, per il bene comune. E ancora promuovere la cultura dell’educazione di qualità attraverso la formazione permanente di insegnanti e studenti, implementare una gestione strategica dei processi.

L’articolo sul SIR

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