“La Carità motore di tutto il progresso sociale”. Presentato il libro di Patrizia Moretti. Fr. Di Giovanni, “Paolo VI ci chiese un impegno”

Un’occasione per riflettere e rilanciare le intuizioni profetiche di Paolo VI in tema di sviluppo e progresso, la presentazione del libro “La Carità motore di tutto il progresso sociale”, a cura di Patrizia Moretti oggi a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata italiana presso la Santa Sede. Un tassello di un progetto più ampio, sostenuto dai Fratelli delle Scuole Cristiane, teso a riscoprire la lungimiranza del magistero di un pontefice che aveva intuito la strada per un progresso globale.

Ad introdurre i lavori l’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Pietro Sebastiani: “La Populorum Progressio” ha sottolineato “è stata una vera profezia per quei tempi. In quella sbornia di successo e ricchezza si è levato il grido di un pontefice”, in difesa degli ultimi, indicando nella cooperazione e vero sviluppo la strada per il futuro. “Colpisce ancora lo sguardo. Certo siamo scesi da 1/4 della popolazione che soffre la fame a 820 milioni, ma la mancanza di lavoratori manuali unita al calo demografico crea inquietudine, chiusura, paura e ci invita a rilanciare con forza la cooperazione allo sviluppo”.  “Un miliardo di obesi, 1/3 di cibo sprecato” aggiunge. “È urgente recuperare la centralità della persona. L’economia da sola non risolve i bisogni umani. O le imprese si coinvolgeranno nello sviluppo o non ci sarà sviluppo. 4 i miliardi all’anno necessari”.

 

“Il testo offre una prospettiva ampia riportando indietro al 1967 e aiuta a riflettere su termini come sviluppo, nuovo nome della pace, sulla connessione tra la FAO e Montini, che tanto ne ha sostenuto la presenza a Roma e la profondità e attualità dei discorsi del Papa ai giovani” ha sottolineato Daniel Gustafson, vice direttore generale della FAO.  “Era convinto che lo sviluppo tecnologico non fosse mai la soluzione completa al problema ambientale”, ha aggiunto mettendo l’accento sull’attualità del suo pensiero nella Populorum Progressio, fondamento della Laudato si’.

“Stabilisce da subito rapporti con l’organizzazione, non come Stato membro ma in qualità di osservatore permanente, non previsto dalla FAO e frutto di una delibera, fornendo il network della Chiesa cattolica, per permettere di arrivare alle stazioni missionarie più lontane e inaccessibili” ha specificato Vincenzo Buonomo, rettore della Pontificia Università Lateranense. Già nel 1975 ai giovani parla di “morte biologica” in tanti Paesi, oggi il tema della sostenibilità ambientale, invitando alla cooperazione.

“Ci ha chiesto di impegnarci in prima persona. Lo farete voi? Voi potete!” ha ricordato fratel Gabriele Di Giovanni, Visitatore della Provincia Italia, ricordando le parole di Montini ai giovani dell’Istituto Pio IX dei Lasalliani all’Aventino, frequentato dal pontefice ancora giovane sacerdote: “Sono qui” ha sottolineato fratel Gabriele “per testimoniare i passi compiuti e la volontà di proseguire in questa direzione. Volere, dovere, fare, potere: sono verbi della mistica. Paolo VI ci ha offerto ed offre una strada di vita. Compito dei Fratelli è educare, far prendere coscienza e poi smuovere per innescare il cambiamento, in ognuno dei nostri centri educativi, oltre mille, presenti in 80 Paesi. E in particolare operare per gli ultimi, obiettivo che i Fratelli portano avanti anche attraverso i progetti della Fondazione De La Salle solidarietà internazionale“, onlus dei Lasalliani impegnata alle frontiere con 5 iniziative di scolarizzazione in Sud Sudan, Thailandia, Brasile nel cuore dell’Amazzonia, Papua Nuova Guinea e nel cuore dell’Europa a Molenbeek, quartiere di Bruxelles, a maggioranza musulmana. “Educare alla carità la nostra missione, oggi forse unico passo possibile”.

“Un testo che si inserisce in un progetto ampio” ha spiegato la curatrice Patrizia Moretti, collaboratrice da oltre 20 anni dei Fratelli per la formazione dei docenti e la catechesi. a cui si deve l’idea di valorizzare la figura e l’insegnamento del pontefice. “Nel 2017 abbiamo ricordato il 50° della Populorum Progressio al Pio IX con un convegno. Nel titolo del testo c’è il cuore del messaggio montiniano, un inno alla carità, di un pontefice audace nell’indicare la bontà del progresso, orientandone però l’utilizzo”.

“Dialogo, carità e persona” le parole chiave riportate a conclusione da Mons. Fernando Chica Arellano, Osservatore Permanente della Santa Sede presso la FAO, l’IFAD e il PAM: “uno stile quello di Montini fatto di dialogo fervente e disinteressato, per fedeltà al Signore; una carità che eccede la giustizia e la esige”. Infine l’attenzione alla persona “metro di misura del progresso, mettendosi nei panni degli ultimi per ritrovarne i volti”. L’auspicio che il pensiero di Paolo VI sia ulteriormente indagato per spronare e sostenere la carità per il bene comune.

 

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