La ricerca e l’approdo: “Arrivederci Superiore, arrivederci Achille”

Una grande famiglia si è raccolta venerdì nella Casa Generalizia dei Fratelli delle Scuole Cristiane per l’ultimo saluto a fratel Achille Buccella, Visitatore del distretto Italia. Nato a Brescia il 9 febbraio del 1953 aveva da poco compiuto 65 anni. La malattia, manifestatasi due anni fa e combattuta con tenacia e fiducia in Dio, ha avuto un’ accelerazione repentina in questi ultimi giorni fino al triste esito.

“L’intera Provincia Italia perde non solo un Fratello, ma una guida e un punto di riferimento in età così inappropriata” ha sottolineato nell’omelia fratel Gabriele Di Giovanni. “Ad accompagnarlo in questi due anni di calvario la sorella Tiziana e con affetto, senso di responsabilità e grande disponibilità Fratel Bernardino Lorenzini, economo provinciale con, negli ultimi giorni, il direttore Fr. Bartolo e la comunità della Sacra Famiglia del Colle La Salle con le suore e il personale tutto”.

“Dei bresciani, Achille aveva il carattere: riservato e concreto. Aristocratico. Una naturale eleganza acquisita dalla madre Rina, vero timoniere della casa” ha sottolineato fratel Gabriele ricostruendone un sentito profilo: “famiglia agiata, padre imprenditore, con il quale non ha avuto sempre rapporti idilliaci, ha la passione per la nautica: il salva schermo del suo PC era una grande barca a vela. Frequenta da ragazzo il celebre oratorio della pace dei padri Filippini con cui manterrà sempre un contatto privilegiato e la presenza come celebrante di padre Maurizio Botta lo prova di persona. Mandato in convitto al Filippin si diploma geometra: manterrà sempre un buon ricordo di questa sua permanenza a Paderno e ci tornerà volentieri. Così come non perderà l’occhio del geometra ed il gusto per le cose pratiche anche piccole: passerà il tempo ad aggiustare vecchi orologi, a ripulire oggetti sacri, a creare ceramiche. Una vena artistica quasi nascosta”.

Probabilmente da queste esperienze giovanili comincia a svilupparsi la sua vocazione religiosa che lui stesso però mette alla prova. “Va a studiare a Torino, al Politecnico. Ama andare in barca e fare regate sul Garda. Vive, come ha raccontato, la vita dei giovani dell’epoca. A 24 anni, chiarisce a sé stesso quello che il suo cuore effettivamente vuole. Bussa nel 1977 al noviziato dei Fratelli: una vocazione adulta, ponderata e non avrà ripensamenti. Dopo aver conseguito il diploma magistrale comincia il suo lavoro apostolico alla scuola san Filippo Neri di Massa come maestro apprezzato. Divenuto Direttore ci resterà sino al 1994. Poi i Superiori lo inviano come Direttore a Grugliasco e quindi a Biella, che lascerà dopo essere stato nominato Visitatore. Ovunque un buon ricordo di sé. Si specializza, anche con periodi di permanenza all’estero, nell’insegnamento dell’inglese in primaria che gli consentirà di partecipare alle sessioni internazionali dell’Istituto e poter continuare ad entrare in classe, continuando a svolgere il ruolo di Direttore”.

 

 

“Un uomo tranquillo e sereno” aggiunge descrivendone il carattere “olimpico, non fosse altro per la sua stazza imponente, era attraversato da una profonda spiritualità, che non gli impediva di ridere delle battute e di farne, con un cameratismo che gli veniva naturale”. Mai visto inquieto oltre misura. Sempre composto, grave. “Le rarissime volte che ha perso le staffe se ne è sempre vergognato, confessandolo più volte. Una persona profondamente seria e nello stesso tempo con tratti di leggerezza: totalmente abbandonata nelle mani di Dio”. Una consegna per tutti emerge dalla sua vita: ricercare la volontà di Dio, fare tutto secondo la volontà di Dio, espressioni che più frequentemente gli venivano dal cuore e dichiarava davanti ai Fratelli, in ogni circostanza. Un abbandono che non è passività, ma attenta ricerca”, come ha sottolineato anche nel suo intervento la nipote Marta, leggendo la preghiera di Charles de Foucault a lui tanto cara.

“Innamorato della sua vocazione di Fratello era consapevole del ruolo e delle responsabilità ricevute” ha concluso Fratel Gabriele. “Uomo di fede e di zelo, ci ha lasciato un esempio di vita donata senza riserve. Per questo ringraziamo il Signore di avercelo donato. Arrivederci Superiore, arrivederci Achille”. (L.G.)

 

Foto Fabio Parente

 

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