Recensione ai volumi di Walter Crivellin e Fratel Remo Guidi

Walter E. Crivellin (ed.), Istruzione e formazione.
La Provincia Piemontese dei Fratelli delle scuole Cristiane, Cantalupa

(Torino), Effatà editrice, 2016, 537 pp.
Remo L. Guidi, Uomini in cattedra non
per mestiere ma per passione, Alessandria,
Edizioni dell’Orso, 2016, 344 pp.

Giungono in libreria quasi contemporaneamente due libri che conservano alla memoria eventi e persone della tradizione educativa e pedagogica lasalliana, il primo di robusto impianto storico-critico, l’altro di carattere più memorialistico. Walter E. Crivellin raccoglie in un denso volume 17 saggi dovuti a storici di varia tendenza (dell’educazione, della Chiesa, dell’architettura e della stessa congregazione) che ripercorrono, alla luce di una ricca documentazione conservata presso la Provincia Piemontese, le complesse e varie vicende dei Fratelli attivi non solo in terra sabauda, ma nell’intero nord Italia ove hanno operato per quasi due secoli mediante una presente tuttora viva, per quanto molto inferiore al passato segnata purtroppo da chiusure di istituti anche di lunga tradizione.
I Fratelli delle Scuole Cristiane giunsero a Torino nel 1829 su invito del re Carlo Felice, accompagnati dalla fama di ottimi maestri che si erano guadagnata in terra di Francia al servizio dell’istruzione
dei ceti popolari. In poco tempo furono loro affidati le scuole di carità dipendenti dalla Regia Opera della Mendicità Istruita e poi, poco dopo, le scuole elementari municipali funzionanti nella capitale.
Insediati nei locali di Santa Pelagia qui vennero formate generazioni di nuovi fratelli destinati alle case via via aperte in varie località piemontesi (Pinerolo, Racconigi, Saluzzo, Vercelli, etc.) e dell’Italia settentrionale (Genova, Piacenza, Reggio Emilia, Parma, Carrara, etc.), contribuendo
con il loro originale metodo didattico all’abbattimento dell’ignoranza non solo dei fanciulli, ma anche di molti adulti istruiti nelle scuole serali e domenicali.
Nel 1854 i Fratelli insegnanti attivi in Piemonte erano 177, 10 mila gli allievi e di cui poco più di 3 mila nella sola Torino.
I processi di laicizzazione scolastica gradualmente ridimensionarono la presenza dei discepoli di Jean Baptiste La Salle nell’istruzione pubblica, ma questa riduzione – accompagnata spesso a vivaci
campagne di stampe da parte dell’opinione pubblica anticlericale – fu compensata da una rinnovata vitalità sul versante dell’iniziativa privata che soprattutto nel secondo Ottocento/primo Novecento si segnalò per la presenza di importanti collegi (San Giuseppe a Torino, Gonzaga a Milano, Istituti Filippin in Veneto) e per la costante opera di educazione e istruzione popolare disseminata in decine di scuole e centri professionali.
Il volume offre una documentata rassegna dei vari tempi storici e ambiti nei quali operarono i Fratelli delle Scuole Cristiane con la presentazione di tematiche finora poco o nulla esplorate (per esempio
le caratteristiche della popolazione studentesca, l’editoria lasalliana, le caratteristiche degli edifici scolastici, l’associazionismo sportivo) o ulteriormente approfondite (i rapporti con il mondo politico
liberale e il confronto con il rinnovamento pedagogico in età risorgimentale, l’impegno
catechistico).
Tra gli autori: Paolo Bianchini, Ester De Fort, Remo L. Guidi, Marco Paolantonio, Patrizia Savio, Bruno Signorelli.
Il volume ha un doppio merito: d’un lato quello – più evidente – di offrire un quadro molto documentato dell’attività svolta dai Fratelli e, dall’altro, di colmare una lacuna negli studi sulla presenza delle congregazioni religiose in area piemontese.

Con un intento più interno alla vita della comunità lasalliana e con un’impostazione soprattutto memorialistica si presenta il volume di Remo L. Guidi, Uomini in cattedra non per mestiere ma per passione il cui titolo indica efficacemente la sostanza del volume. Apprezzato studioso dell’umanesimo religioso e letterario e cultore di memorie lasalliane, Guidi presenta alcune decine di biografie di fratelli che, a vario titolo (missionari, superiori, insegnanti, catechisti, animatori di realtà
sociali e giovanili) hanno segnato la vita della congregazione in Italia tra l’unità e la fine nel secolo scorso.
Ne emerge un quadro animato dalla presenza «di protagonisti ritratti con la propria cifra umana, religiosa e professionale, a ridosso di un panorama assai variegato per competenze e specificità dei luoghi e delle categorie oggetto delle loro calde attenzioni», uomini che hanno speso la loro esistenza e posto a disposizione dei giovani la loro passione umana e pedagogica, silenziosi e spesso nascosti protagonisti della storia educativa di questo Paese di cui – senza libri come questo – si perderebbe ingiustamente la memoria.
Giorgio Chiosso

FONTE – History of education & children’s literature /1 2017

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