Sigismondo Ugo Barbano, già direttore del De Merode, è “Giusto tra le nazioni”

Ha salvato bambini e ragazzi ebrei perseguitati dai nazifascisti durante la seconda guerra mondiale:. Per questo è stato riconosciuto “Giusto fra le Nazioni” Sigismondo Ugo Barbano, negli anni ’43-’44 direttore del Collegio lasalliano San Giuseppe – Istituto De Merode. La cerimonia di consegna della medaglia è in programma mercoledì 10 maggio alle ore 11,15 nel Centro Congressi Piazza di Spagna.

Il riconoscimento è stato assegnato dal Centro Mondiale per la Memoria dell’Olocausto – Yad Vashem, istituito dal Parlamento israeliano nel 1953 allo scopo di commemorare i sei milioni di ebrei assassinati dai nazisti e dai loro collaboratori, tramandando la memoria dell’Olocausto alle future generazioni, per non dimenticarne orrore e crudeltà.

In programma mercoledì gli interventi del dott. Rafael Erdreich, ministro Consigliere per gli Affari Pubblici e Politici dell’Ambasciata d’Israele in Italia e le testimonianze tra gli altri di Gianni Polgar e Fausto Zabban, al tempo bambini, salvati nel collegio sotto falso nome.

Il riconoscimento fa seguito a quello ottenuto dall’Istituto stesso, il 10 febbraio scorso, come “House of Life”, attraverso la Fondazione Wallenberg, per aver offerto rifugio e speranza a tanti cittadini romani di religione ebraica.

Due pagine di un diario di Barbano ritrovate recentemente e nascosto per timore di ritorsioni, confermano le diverse testimonianze raccolte ed offrono uno spaccato della sua intrepida e coraggiosa attività: Barbano nel collegio ospita un plotone del 13° Reggimento Artiglieria e poi uno del Reggimento Chimico, posti a guardia della “Deutsche Heim” di via Margutta e della “Agenzia Stefani”, in piazza di Spagna. Dà loro abiti civili, vitto e alloggio, nasconde le armi ed aiuta alcuni a raggiungere Napoli. Il 10 ottobre del 43 riceve il primo ragazzo ebreo, Fabio Tedeschi e i Carabinieri che sono fuggiti dalle caserme di Piazza del Popolo e S. Lorenzo in Lucina. Il comandante tedesco, colonnello Dolmann, residente a Via Margutta, tiene d’occhio il portone del S. Giuseppe e dietro denunce manda diverse ispezioni da novembre ad aprile, finché il 27 maggio 1944 firma l’ordine di deportazione a carico del Direttore-Preside del S. Giuseppe-de Merode. Tra i rifugiati tanti nomi protagonisti della Resistenza romana, militari e civili: il capitano Vigo di Gallidoro, i colonnelli Emmeler e Bordòli, il tenente Capocaccia del SIM, i maggiori Galbiati e Marzano, il generale Martelli-Castaldi medaglia d’oro, e l’avv. Volponi, caduti alle Fosse Ardeatine e i figli ricevuti in collegio. L’ex alunno ing. Vassalli, prima di essere fucilato il 24 maggio del 1944 mandò il suo confessore, mons. Nasalli-Rocca, ad avvisare Sigismondo che risultavano gravi responsabilità sul suo conto, che il collegio era descritto come la sede di comitati insurrezionali e luogo di riunione della Democrazia Cristiana, alla presenza di Canaletti, Gronchi, Spataro, Scelba, Battista. A seguito delle informazioni, tre giorni dopo, il 27 maggio, Dolmann firma l’ordine di deportazione di Sigismondo, ma anche lo stesso giorno il Collegio ospita gli Ufficiali del comando insurrezionale, agli ordini del gen. Odone, che ha stabilito l’insurrezione per il giorno 5 giugno 1944. “Testimonianza e monito prezioso” ha sottolineato Fratel Alessandro Cacciotti, attuale direttore della scuola, “per schierarci con coraggio con i più deboli ed indifesi e divenire strumenti di pace”.

La sintesi della cerimonia di consegna del premio “House of Life” all’Istituto De Merode il 10 febbraio

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