Quindici ragazzi del De Merode a Scampia: “qui si impara ad amare”

Quattro giorni in periferia per fare un’esperienza forte di prossimità. E’ la proposta dei docenti del De Merode che in cinque hanno accompagnato 15 ragazzi dal primo al quarto liceo. Destinazione Scampia, presso CasArcobaleno la comunità educativa dei Lasalliani per ragazzi in situazione di disagio. Giorni intensi dal programma serrato: domenica mattina la partenza in treno e l’arrivo ad Aversa alle 10. Con il camper scuola il trasferimento nella comunità dei Fratelli delle Scuole cristiane. Una prima riunione, per presentare il quartiere e prendere l’impegno di sporcarsi le mani in questi giorni, gesto concreto fatto con della terra di Scampia posta al centro. Quindi il pranzo, con turni di servizio per docenti ed alunni, altro momento per condividere il servizio insieme. Alle 15 la partenza per il campo Rom. “Un tempo meraviglioso passato a giocare con i bambini entusiasti nonostante danzassero nel fango e il luogo fosse indegno di un paese civile, piuttosto simile all’inferno. Loro piccoli, nudi, poverissimi sono stati i nostri maestri” spiega Andrea Sicignano, responsabile della pastorale del De Merode. “Ci hanno preso per mano e ci hanno fatto giocare. Ci siamo messi alla loro altezza, chinandoci, e nei loro occhi abbiamo trovato Dio. Il campo rom è il segno più grande di ingiustizia e inciviltà che ho visto negli ultimi anni. 170 bambini senza nulla, buttati come spazzatura in una discarica”. La sera la messa, in cerchio con don Fabrizio, un momento davvero intimo e bello di condivisione. Poi porte aperte ai ragazzi del quartiere e conoscenza tra i giovani. La cena, quindi una riunione per riflettere sulla giornata trascorsa, la condivisione di quanti incontrati e rimasti nel cuore. “Credo che nessuno di quei ragazzi guarderà più un bambino rom come lo guardava prima”. A mezzanotte tutti a dormire nei letti a castello montati nelle aule di CasArcobaleno. Lunedì mattina con i ragazzi della scuola di seconda opportunità, due volte bocciati ma poi ritornati sui banchi di scuola grazie al programma Io valgo!. Lezioni preparate dai ragazzi e dai professori del De Merode e poi vissute insieme: informatica, preparazione atletica e chimica (con esperimenti).
Quindi pomeriggio alla ludoteca “il giardino dei mille colori” di Suor Edoarda: dalle 16 alle 17 il gioco insieme ai bambini delle elementari, una trentina, dalle 17 alle 19 studio e aiuto nello svolgimento dei compiti. La sera ancora momenti di incontro con i giovani del quartiere e la condivisione in cerchio della giornata vissuta, la storia della cooperativa Occhiaperti, come formazione per l’attività dell’alternanza scuola lavoro. Il martedì la gita insieme ai ragazzi di Scampia a Napoli, in tre gruppi con percorsi diversi. Il pranzo insieme a Scampia. Nel pomeriggio in due gruppi il servizio ancora alla ludoteca e al campo rom. “Esperienza di gioco in entrambi i luoghi, particolarmente forte al campo rom, dove i bambini ci aspettavano con impazienza. Un pomeriggio straordinario”.
Il giorno successivo ancora lezioni: di musica sull’ ukulele, proposta da tre studentesse cinesi del De Merode e lezione di basket. Dopo il pranzo la riunione finale con la condivisione delle riflessioni emerse e il rientro a Roma.

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“Non un evento messo tra parentesi per poi ricominciare la stessa vita di prima ma una vera e propria esperienza vocazionale per guardare la propria vita da una prospettiva diversa, quella di una bambina del campo Rom, di un adolescente di Scampia che deve prendere la licenza media” sottolinea Andrea. “Questo il segreto del successo di questa esperienza per tutti, ragazzi e docenti, per cambiare il modo di pensare ed agire nel quotidiano, segno di speranza per la società. Modo per sconfiggere quell’anestesia del cuore che fa vedere nel diverso nel lontano da noi un nemico, un modo concreto per costruire pace in una società meno divisa e più giusta”.

“I ragazzi di Scampia? Esuberanti, desiderosi di attenzione, ironici. Anche sensibili però nel loro essere espressivi e diretti” sottolinea Andrea Testa, professore di italiano e latino al De Merode, per la decima volta a Scampia con i suoi studenti. “Sono entrato in sintonia quasi subito con Massimo, Luigi, Daniel, Marika. Hanno riso e scherzato sui miei pochi capelli ma si sono preoccupati di non urtare la mia suscettibilità. Sono stato per loro semplicemente Andrea. Nell’uscita a Napoli Daniel ha preso molto a cuore le domande dell’intervista ai passanti. Raccolto e conservato tutti i fogli. Ha posto la domanda ultima ad uno straniero. Mi ha fatto vedere cosa aveva scritto, serio, coinvolto e impegnato. Nel gioco Cristian è stato esemplare per correttezza e lealtà sportiva. Devo io ringraziare loro, maestri nella e della semplicità”.

Annalisa Malatesta, docente di storia e filosofia, concorda: “da sette anni ho la fortuna di condividere con studenti miei e di altre classi l’esperienza di casa Arcobaleno: un percorso di conoscenza e condivisione in situazioni di vita molto difficili ma ricche di umanità, prive di ogni maschera: dal lavare i piatti insieme all’ entrare nel campo Rom con occhi aperti e cuore accogliente”.

“Il campo Rom di Giugliano è un’isola di felicità travestita d’inferno” sottolinea Eleonora Munaretto, responsabile del movimento giovanile lasalliano del San Giuseppe De Merode: “quello che vedi entrando sono sassi e immondizia, baracche e degrado, povertà vera. Ma può trasformarsi facilmente nel posto più felice della terra quando i bambini che vivono lì ti corrono incontro con i loro sorrisi giganteschi e le loro urla. Chiedono il semplice diritto di essere bambini, andare a scuola e vivere serenamente, diritto che a loro viene negato ogni giorno. Quando però vado lì non vedo tutto questo ma Cristo in loro, sento davvero un contatto con Dio, esperienza che ti porta davvero fuori dalla comfort zone, pietra di inciampo sul cammino e in quanto tale pietra d’angolo per costruire la casa di Dio sulla terra. Noi tutti sentiamo la responsabilità di parlare di loro, bambini senza voce, al mondo intero”.

scampia-de-merode“Far incontrare i giovani che provengono da mondi diversi è un’opportunità per costruire la pace” spiega Fratel Enrico Muller, responsabile di CasArcobaleno “una pace che viene dalla conoscenza e dall’incontro e non da teorie. Mettere insieme ragazzi che vengono da una scuola privata, con ragazzi di Casa Arcobaleno o quelli della ludoteca o del campo Rom permette a tutti di conoscersi e a chi viene da famiglie benestanti scoprire qual’è il senso della vita, la gratitudine e anche la responsabilità rispetto a quanto ricevuto; oltre ad essere esperienza viva del Vangelo che vede nei poveri i salvatori del mondo”.

Francesco lo testimonia: “avevo dei pregiudizi prima di partire, fondati su immagini e racconti di altri. Nel caos di informazioni ho deciso di partire per farmi un’idea personale. Mi sono ricreduto profondamente e ringrazio la mia scuola, il mio professore di religione per avermi permesso di vivere questa avventura che penso dovrebbe far parte del percorso formativo di ogni persona”. Anche Gemma, quinto liceo classico è appena rientrata dalla sua quinta esperienza a Scampia. “Mi sono innamorata dei bambini del campo Rom: meno hanno e più ti danno, un sorriso indicibile. bambini che hanno così poco che la mia presenza accanto a loro è il minimo che possa fare”.

Una condivisione vera, dei carismi di ciascuno. Isabella Marciano, insegnante di latino e greco al De Merode, appassionata cintura nera di judo racconta: “la realtà di Suor Edoarda è un’isola felice in mezzo ad una realtà complicata e faticosa come quella di Scampia. I bambini comunque a prescindere dal luogo in cui si trovano o le esperienze tragiche che vivono conservano entusiasmo e voglia di vivere. Ho approfittato del tatami, il tappeto su cui si pratica il judo, per tirar fuori il loro entusiasmo e praticare insieme questo sport che avvicina. Alla fine salutandoci, dopo l’allenamento, mi hanno abbracciato forte trasmettendomi quell’allegria contagiosa che vive in loro”.

Rosanna è l’ultima a scendere dal treno: secondo scientifico, 15 anni appena compiuti: “prima di venire a Scampia guardavo il mondo dalla finestra, non sentivo niente e non sapevo cosa significasse amare. Poi una bambina mi ha preso per mano ed ho capito tutto. E tu lo sai cosa significa amare?”. (L.G.)

Sintesi su Avvenire, 6 aprile 2017

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