La felicità? non è un’App. In 80 all’incontro nazionale dei giovani lasalliani a Torino

“La felicità non è un’app”: una frase di Papa Francesco, rivelata solo al termine dell’incontro, ha fatto da sottofondo al Convegno MGL di quest’anno. Una Torino piovosa, ma elegante ed accogliente, insieme a tutta la comunità educativa del San Giuseppe, a partire dal contributo essenziale del direttore Fr. Alfredo Centra e del Prof. Andrea Bellocchia, ha ricevuto il Movimento Giovani Lasalliani con circa ottanta partecipanti, per l’annuale incontro di condivisione e di approfondimento. I giovani, provenienti da diverse scuole lasalliane d’Italia – Roma, Milano, Regalbuto, Napoli, Cagliari – hanno avuto così l’opportunità di fare del Convegno un punto di arrivo e di ripartenza del percorso che viene svolto in ambito locale sulla traccia del progetto annuale di pastorale proposto alla Provincia Italia.

La tematica di quest’anno “Una chiamata, molte voci” è stata declinata all’interno del mondo della musica, dei social e dell’informazione, immergendosi pienamente nella realtà dei giovani e valorizzando gli strumenti di comunicazione, il web e i social network a loro disposizione. “Attraverso testi, azioni e giochi si è approfondita la complessa realtà del mondo digitale in cui sempre più chiaramente viviamo” spiega Lorenzo Cutore, referente del movimento “cercando di comprendere la trasformazione antropologica di cui, oggi, siamo tutti inevitabilmente protagonisti attivi e passivi.
La giornata di venerdì è stata trascorsa all’Arsenale della Pace insieme alla fraternità del Sermig che ci ha permesso di entrare in contatto con una realtà di solidarietà che ha ormai contesti internazionali e una forte carica trascinante sulla base di scelte operative chiare e trasparenti”.

Prima voce da ascoltare, che è anche  chiamata, è quella dei poveri, di chi non ha voce. “Le voci sono tante: dai like in un post, ai libri stampati, alle password alfanumeriche, ai video on-demand; le playlist su Spotify, i temi in classe, le domande dei bambini. In mezzo a queste, dobbiamo essere capaci di ascoltare la chiamata che ci viene rivolta” aggiunge Cutore “ascoltare quel Tu che passa tra le voci del mondo. Oggi le voci passano sempre più attraverso la rete e la tecnologia, per un mondo virtuale che, se da una parte avvicina, dall’altra rischia di disperdere o quanto meno confondere il nostro vero io”.

Tra le indicazioni emerse, la ricerca della qualità delle informazioni, il coraggio del silenzio – anche provando a spegnere il cellulare – e l’ascolto delle voci dei più vulnerabili “per riappropriarsi dell’uomo autentico che guarda al prossimo, sa ancora amare e commuoversi, ritrovando se stesso e Dio” sottolinea Fratel Gabriele Di Giovanni. “E poi non accontentarsi. Solo con scelte coraggiose forti si realizzano i sogni più grandi, quelli per cui vale spendere la vita”.

“Siate felici. Questo solo vi basta; gli altri se ne accorgeranno” si legge nel messaggio finale ai giovani.  “Non cedete alle lusinghe e sappiate fare silenzio, quando gli altri alzano la voce. Cercate fino in fondo la verità e sognate insieme agli altri un mondo migliore. Rendete autentiche le vostre relazioni e lasciate che siano le vostre scelte o gli altri a parlare per voi”.

Foto di Mattia Tarantino

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