“Istruzione e formazione”, binomio vincente. Presentato a Torino il volume sulla storia dei Lasalliani nel nord Italia

Grande affluenza di pubblico per la presentazione del libro “Istruzione e formazione. La Provincia Piemontese dei Fratelli delle Scuole Cristiane”, tenutasi venerdì 3 marzo nella sala conferenze del Collegio San Giuseppe di Torino.

Al tavolo dei relatori, due studiosi direttamente collegati alla pubblicazione – il professor Walter Crivellin, curatore del volume, e la dottoressa Lucia Graziano, una dei coautori – e due recensori “super partes”: la professoressa Simonetta Polenghi, direttrice del Dipartimento di Pedagogia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, e il dottor Luca Rolandi, direttore de La Voce e il Tempo, settimanale della diocesi di Torino.

Nel suo intervento, la professoressa Polenghi ha offerto alla platea un ampio sunto del volume, da lei definito “punto di riferimento d’ora in poi ineludibile” per tutti gli studiosi attivi nel campo della storia dell’Educazione. Dopo aver rilevato i punti accademicamente più rilevanti dei vari contributi, la professoressa ha tratteggiato a volo d’aquila la storia dei Fratelli nel Nord Italia, fin dalla loro venuta in Piemonte nel 1829 per volontà di Carlo Felice. Sostenuti attivamente da Carlo Alberto, i religiosi conseguirono in poco tempo grandi successi educativi; questi stessi successi, scatenando invidie e malcontenti anticlericali, furono la causa della crisi del XIX secolo, che costò alla Congregazione la perdita di molte scuole in Piemonte. Come osservava sarcasticamente il quotidiano L’Armonia all’epoca dei fatti (1856), la classe dirigente sembrava ragionare secondo lo schema:  “i Fratelli delle Scuole Cristiane sono ottimi, dunque dovete licenziarli”.

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La dottoressa Lucia Graziano ha illustrato una delle imprese di maggior successo dei Fratelli (tanto da essere stata scelta come copertina del volume): l’introduzione del sistema metrico decimale nel Regno di Sardegna, di cui i Fratelli si fecero carico su mandato governativo. In soli due anni, dal 1849 al 1850, i religiosi riuscirono nella missione in cui aveva fallito il regime rivoluzionario francese: far sì che il popolo familiarizzasse con le nuove misure metriche, ottenendo una facile transizione dal vecchio al nuovo sistema. Il risultato fu conseguito grazie al buonsenso lasalliano di “accompagnare” empiricamente gli studenti con grande dovizia di ausilii concreti: disegni, modelli, misure di confronto. Le Lezioni popolari stampate dalla Congregazione vendettero la cifra record di quasi 96.000 copie: circa una famiglia su dieci, nel Regno, possedeva un esemplare del libretto.

Il professor Walter Crivellin, docente presso il Dipartimento di Studi Politici dell’Università di Torino, nonché curatore del volume, ha osservato che esso gode di un titolo particolarmente felice, in quanto comprende il binomio Istruzione (attinente all’aspetto strettamente pedagogico) e Formazione (attinente a tutto ciò che “lievita” dall’istruzione: la formazione di buoni cittadini e buoni cristiani). Un binomio che da sempre attraversa tutto l’operato dell’associazionismo lasalliano.

Importante, da parte del curatore, la sottolineatura del “lavoro dietro le quinte” che sta alla base di questo testo, la cui realizzazione non sarebbe stata possibile senza la paziente e attenta catalogazione e del patrimonio archivistico e librario della Congregazione.

Gli interventi sono stati efficacemente introdotti dal dottor Luca Rolandi. “Padrone di casa”, Fratel Alfredo Centra, direttore del Collegio, che ha introdotto e concluso l’evento.

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