Il De Merode è “Casa di vita”: il 14 febbraio la consegna del riconoscimento

Il Collegio San Giuseppe-Istituto De Merode di Piazza di Spagna è stato riconosciuto tra le “Case di vita”, luoghi in cui durante la persecuzione nazista tanti poterono trovare rifugio. Il riconoscimento che verrà consegnato martedì 14 febbraio alle 11 presso l’Istituto romano dei Fratelli delle Scuole Cristiane sarà occasione “non solo per ringraziare i coraggiosi protagonisti che diedero rifugio alle vittime, la comunità dei Freres dell’epoca e l’allora direttore il Prof. Sigismondo Ugo Barbano, ma soprattutto un evento di carattere educativo, messaggio forte per le giovani generazioni” spiega in una nota la Fondazione Internazionale Raoul Wallenger che cura il progetto, avviato due anni fa, destinato al individuare e riconoscere i luoghi fisici in cui si rifugiarono le vittime perseguitate dai nazifascisti.

Oltre 300 quelle individuate ad oggi, sparse in diversi paesi d’Europa, Francia, Belgio, Ungheria, Polonia, Grecia, Italia compresa. “Gran parte erano bambini – specificano – lasciati dai loro genitori prima che fossero deportati ai campi di concentramento”. La maggior parte della Case di Vita trovate fino ad ora sono chiese, conventi, monasteri, sottolineando il carattere interconfessionale dell’aiuto offerto.

“L’Istituto” spiega il direttore Fratel Alessandro Cacciotti “è sempre stato un centro di crescita culturale, che dalle radici cristiane ha attinto il suo senso della cura delle persone. E nei momenti difficili della storia si è prodigato in particolar modo nei confronti di chi aveva bisogno di aiuto e di assistenza. Durante la Seconda Guerra Mondiale ha salvato, nascondendo tra i suoi alunni e perfino tra i componenti della comunità religiosa, un numero considerevole di perseguitati dal regime nazifascista. Tale riconoscimento ci sprona a continuare l’opera educativa nei confronti delle nuove generazioni per farle crescere nel senso del rispetto e dell’accoglienza di ogni creatura umana”.

Martedì alla consegna della targa che sarà affissa sulla facciata dell’Istituto saranno presenti le principali autorità della Comunità Ebraica. Previste testimonianze di rifugiati e familiari del Prof. Barbano a cui è stato attribuito il titolo di Giusto tra le Nazioni ed il cui nome sarà iscritto nel museo di Yad Vashem di Gerusalemme.

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